Atlante nautico veneziano
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Treccani presenta la riproduzione in facsimile del ms. Douce 390, conservato presso la Bodleian Library di Oxford, contenente un atlante nautico, anonimo, databile tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV secolo, e dell’astuccio che conteneva l’atlante fin dal principio, contrassegnato come ms. Douce 390*.
Il facsimile riproduce l’atlante nautico formato da dieci tavolette lignee sulle quali sono incollate sette pergamene di carte marine e due pergamene figurate. Il manoscritto chiuso misura 29×14,5 cm, le tavole aperte misurano 29×28 cm. L’atlante nautico Douce 390 prodotto a Venezia tra l’ultimo quarto del Trecento e il primo quarto del Quattrocento rappresenta un esempio tipico dello stile italiano che caratterizza le carte nautiche di quel periodo, come affermato da Piero Falchetta nel commentario che accompagna il facsimile. Le sette pergamene di carte marine che compongono l’atlante vanno dal Mar Nero al Mediterraneo, arrivando a coprire anche l’arcipelago britannico oltre la Manica. Di straordinaria bellezza appaiono, inoltre, le tavolette che costituiscono il piatto anteriore e quello posteriore, le quali presentano eleganti decorazioni a intarsio in avorio e legno, a formare figure poligonali e stellate di gusto moresco.
È interessante, inoltre, notare come le illustrazioni devozionali poste all’inizio e alla fine dell’atlante siano totalmente separate dalle mappe. Ciò rende l’atlante Douce 390 un unicum rispetto alle opere dello stesso tipo giunte fino a noi. Un’ulteriore particolarità dell’atlante nautico veneziano qui riprodotto è che esso è conservato ancora oggi, cosa assai rara, nell’astuccio che lo conteneva fin dal principio, contrassegnato come Douce 390* presso la Bodleian Library, e che pure Treccani ha scelto di riprodurre.
Si tratta di un cofanetto in legno rivestito di cuoio lavorato a cesello, con decorazioni a motivi floreali e tre motti in lingua volgare. Considerando l’ottimo stato di conservazione, dunque, si ritiene che l’atlante Douce non fosse stato destinato a un utilizzo a bordo, ma fosse piuttosto impiegato in ambito amministrativo o cerimoniale. Le raffinate decorazioni di questo atlante e del suo astuccio lo caratterizzano come un’opera di grande pregio e interesse.
Il facsimile è accompagnato da un volume di commentario di oltre 100 pagine contenente un’introduzione di Andrew Dunning, un saggio sulla cartografia nautica medievale e una scheda codicologica di Piero Falchetta e un contributo sulle miniature del manoscritto di Valentina Baradel. Il commentario è inoltre corredato da 27 tavole a colori.
Argital
Argital fu fondata a Milano nel 1979 dal dottor Giuseppe Ferraro e dalla sua amorevole compagna. Il sig. Pietro Bianchi, pioniere del naturale e fondatore della storica ditta Ki di Torino, diede un impulso decisivo per la sua nascita.

L’obiettivo di Argital era formulare cosmetici naturali a base di argilla verde ed erbe officinali per la bellezza ed il benessere.
In pochi anni Argital, grazie all’ innovazione, è diventata l’azienda di riferimento in Europa per la produzione di cosmetici naturali, senza conservanti. Argital è anche la prima azienda in assoluto ad avere ottenuto la certificazione Demeter per la cosmetica, quando ancora non esisteva né il disciplinare Demeter per la cosmetica né le certificazioni biologiche.
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