Poster – MEMORIA
13,30 € – 18,20 €
Definizione è una linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Dallo stile sobrio ed elegante, i prodotti, che vanno dalla cartotecnica all’oggettistica da scrivania e da viaggio, sono realizzati con materiali di alta qualità e confezionati interamente in Italia.
Coniugando funzionalità e design, perizia artigianale ed estro concettuale, sapere e saper fare, i prodotti Definizione ci invitano a riscoprire la storia dell’oggetto e l’etimologia delle parole, attraverso le definizioni del Vocabolario Treccani.
Il Poster fa parte della collezione Definizione, una linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Peso | 1,0 kg |
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Formato Poster | 30X40 , 50X70 |
Dettagli | Tipologia Carta: Patinata opaca da 170gr |
Definizione | Memòria s. f. [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»]. – 1. a. In generale, la capacità, comune a molti organismi, di conservare traccia più o meno completa e duratura degli stimoli esterni sperimentati e delle relative risposte. In partic., con riferimento all’uomo (nel quale tale funzione raggiunge la più elevata organizzazione), il termine indica sia la capacità di ritenere traccia di informazioni relative a eventi, immagini, sensazioni, idee, ecc. di cui si sia avuto esperienza e di rievocarle quando lo stimolo originario sia cessato riconoscendole come stati di coscienza trascorsi, sia i contenuti stessi dell’esperienza in quanto sono rievocati, sia l’insieme dei meccanismi psicologici e neurofisiologici che permettono di registrare e successivamente di richiamare informazioni. Più specificamente, da un punto di vista psicologico, sono state individuate tre modalità mnesiche principali, distinte ma non separate, delle percezioni o esperienze avute: m. sensoriale; m. a breve termine (o primaria), che ritiene le informazioni per alcuni minuti; m. a lungo termine (o secondaria), che conserva e permette di richiamare i ricordi anche dopo anni. La neurofisiologia spiega il processo di formazione della traccia mnesica con modificazioni funzionali e dinamiche delle cellule nervose inserite in speciali circuiti, e, riguardo agli aspetti persistenti della memoria, con modificazioni chimiche a carico delle stesse cellule. Secondo la natura particolare degli stati di coscienza, dell’oggetto che viene rievocato e dei meccanismi che agiscono, si distingue una m. sensitiva, intellettiva, affettiva, una m. episodica e una associativa, una m. visiva o iconica, uditiva o ecoica; si parla anche di m. locale, particolare tipo di memoria visiva consistente nell’attitudine a ricordare facilmente i luoghi e le disposizioni delle cose. Falsificazione della m., la rievocazione falsata (non intenzionalmente) di un ricordo, come si può osservare nelle testimonianze rese da soggetti anziani affetti da ipomnesia, da bambini o da adulti molto emotivi, nonché in rapporto a rievocazioni mnesiche affioranti nel corso di sedute psicanalitiche o di ipnositerapia, oltreché nei postumi di disturbi organici prolungati della coscienza, per es. dopo traumi cranici. b. Locuzioni di uso com., riferite alla memoria come facoltà dell’uomo: sviluppare, coltivare la m. o l’arte della m.; esercitare la m.; aiutare la m. (con esercizî o artifici mnemonici); rinforzare, rinvigorire, o stancare, riposare la m.; fare uso della m.; imprimere, fermare, fissare, stampare, scolpire nella m.; letter., scrivere nella m. (considerata per traslato come un libro che registri le cose); quelle parole, le quali sono scritte ne la mia m. (Dante); richiamare, rievocare alla m.; cancellare dalla m., proporsi o sforzarsi di dimenticare (un fatto, un nome, una persona); interrogare la m., cercar di scoprire in essa un ricordo; frugare, rovistare, rivangare nella m.; cercare nel fondo della m.; rischiarare, illuminare la m. di qualcuno (o risvegliargli, ridestargli, e più com. rinfrescargli la m.), aiutarlo o costringerlo a ricordare; fidarsi della m.; se la mia m. non erra, se la m. non m’inganna, non mi tradisce; speriamo che la m. m’aiuti. Con riferimento a fatti ed azioni: vivere nella m., essere presente alla m., restare nella m., tornare alla (o nella) m.; oppure cadere, esser caduto dalla m., uscire di m. o dalla m., ecc. Con riguardo alla capacità di ricordare, cioè allo sviluppo maggiore o minore della facoltà mnemonica nell’uno o nell’altro soggetto: avere buona m., una m. fedele (che ricorda cioè con esattezza), una bella m., una m. pronta, lucida, chiara, vivace; esser dotato di gran m., di forte m., di una m. tenace, prodigiosa, di una m. di ferro; avere la m. di Pico della Miràndola (o anche, essere un Pico della Miràndola), con riferimento al dottissimo umanista e filosofo (1463-1494), rimasto proverbiale per la sua straordinaria memoria; al contr., avere poca o cattiva m., avere una m. debole, labile, lenta, tarda, corta (anche, essere corto di m.); assol., avere, non avere m., essere senza m.; che memoria!, spesso iron., di chi non si ricorda di niente; seguito da una determinazione, avere m. per i nomi, per le persone, per i luoghi, per le fisionomie; malattie della m.; diminuzione, perdita della m.; offuscarsi, annebbiarsi, oscurarsi della m.; la m. gli serve ancora bene, non gli serve più, o non gli regge, lo tradisce, non gli dice il vero; ritrovare, ricuperare, riacquistare la m., ecc. c. A memoria, locuz. avv. che si unisce con diversi verbi per formare frasi riferite all’apprendimento e alla conservazione di nozioni nella memoria: tenere a m., fermare nella mente in modo da poter ricordare: non gli riesce di tenere a m. nulla (più com. tenere a mente); studiare, imparare, mandare a m., apprendere un testo qualsiasi in modo da poterlo poi ripetere parola per parola (come giudizio critico, ripetere la lezione a m., lezione imparata a m., in modo meccanico, senza adeguata comprensione e assimilazione); studiare a m. una poesia (e, similmente, un brano musicale, in modo da poterlo poi cantare o suonare senza bisogno di avere lo spartito davanti); sapere a m., essere in grado di ripetere esattamente le parole di un testo, o anche una sola frase, un indirizzo, un numero telefonico, ecc. (per estens., cose che si sanno a m., che ognuno conosce perfettamente; ormai lo so a m., di cosa sentita ripetere troppo spesso); con sign. analoghi, dire, recitare, ripetere a m., suonare a m., disegnare, dipingere, eseguire un ritratto a m., ecc., basandosi cioè soltanto sulla memoria. 2. a. Con senso meno astratto, il fatto di ricordare, l’atto e il modo con cui la mente ritiene o rievoca non in generale, ma singole e determinate immagini, nozioni, persone, avvenimenti (in questi sign., e anche in alcuni di quelli che seguono, memoria si alterna spesso nell’uso con ricordo): non ho m. di ciò che dici; dell’episodio m’è rimasta soltanto una pallida m.; ho una m. confusa della sua fisionomia; serbare dolce, cara, gradita, oppure amara, dolorosa m., di qualcuno o di qualche cosa; Da’ be’ rami scendea (Dolce ne la memoria) Una pioggia di fior’ sovra ’l suo grembo (Petrarca); la m. di quei momenti è ancora viva in me; la m. della sua colpa non l’abbandona mai, lo segue dappertutto, lo perseguita continuamente; consegnare, affidare, tramandare alla m. dei posteri (un fatto, un personaggio, con scritti o sim.); fatto degno di m., d’eterna, d’immortale, d’imperitura m., di essere cioè ricordato. Nel diritto processuale, assunzione di testimoni a futura m., procedimento d’istruzione preventiva al quale può ricorrere chi abbia fondato motivo (determinato dalle più varie ragioni, quali stato di malattia, età, partenza, ecc.) di ritenere che possano mancare uno o più testimoni le cui deposizioni sono necessarie in un processo. A m. d’uomo, dai tempi più lontani di cui si è conservato ricordo, quindi da che mondo è mondo, da sempre: una cosa simile non s’era mai vista, a m. d’uomo; più letter., a m. nostra, a m. dei nostri padri, per quanto è possibile a noi o ai nostri padri ricordare, quindi ai tempi nostri, ai tempi dei nostri padri. Nel linguaggio della critica contemporanea, letteratura della m., quella letteratura, per lo più in forma narrativa e di contenuto autobiografico, fiorita, in Francia e altrove, specialmente nel periodo fra le due guerre, che appare intesa – sull’esempio dell’opera di M. Proust e insieme per influsso freudiano – all’evocazione o ricerca del «tempo perduto», dell’età favolosa della fanciullezza, i cui avvenimenti, più fantasticati o vagheggiati che realmente vissuti, illuminano il tempo presente. […]. ◆ Dim. memoriétta, memoriùccia; accr. memorióna; pegg. memoriàccia, tutti poco com. e per lo più con intonazione fam. scherz., riferiti alla bontà della memoria, alla capacità di ricordare, o nei sign. concreti. |
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